In Inghilterra arbitri perfetti, merito anche della tecnologia...

Secondo le statistiche, i fischietti d'Oltremanica ci azzeccano nel 92,3% dei casi, percentuale che sale al 99,3% nelle decisioni degli assistenti. I direttori di gara da tempo hanno adottato una tecnica di allenamento computerizzata che permette un monitoraggio completo e costante.

Mentre in Italia si litiga sulla clamorosa svista del guardalinee di Milan-Juve in occasione del gol di Muntari e, più in generale, si discute su quanto bravi o scarsi siano i fischietti nostrani, in Inghilterra ci si affida alle statistiche e il risultato non è meno sorprendente della rete non data ai rossoneri a San Siro dal signor Tagliavento, depistato dall'assistente Romagnoli. Numeri alla mano, è infatti emerso che gli arbitri inglesi decidono per il meglio nel 92,3% dei casi, mentre se passiamo ai guardalinee, la percentuale schizza addirittura al 99,3. Insomma, praticamente perfetti.

Un miglioramento che si spiegherebbe con l’introduzione di una nuova e più moderna tecnica di allenamento per i direttori di gara e i loro assistenti, in grado di farli stare al passo con l’aumentata velocità nelle giocate: stando infatti ai dati in possesso del Professional Game Match Officials Ltd (PGMOL), in media ogni 6 secondi succede qualcosa in campo, con gli arbitri che sono così chiamati a decidere ogni 12 (un aumento di circa il 20% rapportato agli ultimi cinque anni) anche per la maggior mobilità dei giocatori, che ora possono coprire anche più di 21 chilometri l’ora. Una rapidità decisionale che, per i direttori di gara, deve necessariamente accompagnarsi ad una condizione fisica ottimale: un connubio che viene costantemente monitorato dal PGMOL grazie alla “referee analysis” della Prozone.

Grazie a questa sofisticata tecnica computerizzata e all’utilizzo di strumenti interattivi (videoclip e animazione), l’azienda (che lavora da anni a stretto contatto con almeno un centinaio di organizzazioni sportive in tutto il mondo) è in grado di analizzare le singole performance degli arbitri (come pure degli stessi giocatori) in ogni momento della partita, offrendo così un feedback accurato su ognuno di loro, identificandone le aree di miglioramento e sviluppando anche dei programmi di allenamento personalizzati. Un processo valutativo completo che, nelle intenzioni dei boss del PGMOL e della Prozone, può aiutare anche gli stessi allenatori a capire meglio il processo decisionale che sta dietro ad una determinata azione arbitrale. E magari a reagire un tantino meglio di come è capitato a volte, anche nel recente passato: chiedere conferma a Sir Alex Ferguson e ad Arsene Wenger, fra i più arrabbiati coi fischietti d’Oltremanica, alla faccia di quel 92,3% di decisioni azzeccate.