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Messi si racconta: "Diego è stato unico e resta inarrivabile. Moratti gentile...

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Messi si racconta: "Diego è stato unico e resta inarrivabile. Moratti gentile... Empty Messi si racconta: "Diego è stato unico e resta inarrivabile. Moratti gentile...

Messaggio Da ModCuoreInter Ven Mar 18, 2011 9:37 pm

Tutti sappiamo del valore di Messi, ma l'investitura di Maradona, di norma assai poco propenso a questo tipo di valutazioni 'comparate', ha abbattuto l'ultima, piccola barriera facendo di Lionel il miglior giocatore del mondo per considerazione popolare. Un paragone pesante quello con l'ex Pibe de Oro, che Lionel Messi, intervistato da Sky Sport per "I Signori del calcio" in onda domani, sabato, alle 23:30, continua a rifiutare. "Non credo di essere paragonabile a Maradona perché lui è stato unico - assicura la Pulce - Diego è Diego, non ce ne possono essere altri. Io penso solo a giocare per essere orgoglioso della mia carriera, lasciare il segno nel mondo del calcio, aiutare il Barcellona e la mia nazionale".

E se Maradona in carriera ha vinto un Mondiale, Messi è ancora a zero. "Non aver vinto in Sud Africa non rappresenta un peso, direi più una delusione - confessa - Speravamo di andare più avanti e di poter disputare la finale per vincerla. Non sento un peso ma sono molto triste perché eravamo tutti convinti di farcela".

L'Argentina si aspetta molto da lui, capace di superare i problemi fisici che potevano mettere a rischio la sua carriera ("le cure mediche non mi hanno mai impedito di giocare a calcio, vivevo quella situazione tranquillamente, ero solo un ragazzino e non mi facevo troppe domande"), e che ha trovato la consacrazione a Barcellona con l'arrivo di Guardiola. "Il mio rapporto con lui è sempre stato ottimo
- continua - Quando lui è diventato allenatore del Barcellona qualcuno diceva che non andassimo d'accordo, ma erano tutte bugie. Guardiola è entrato subito in sintonia con tutti, si è inserito benissimo ed è stato molto bravo a creare un gruppo unito".

Il grande merito che Messi riconosce al tecnico blaugrana è quello di aver "sicuramente cambiato la mentalità dello spogliatoio: eravamo tristi perché non vincevamo niente da due anni, ma siamo rimasti colpiti dalla fiducia che ci ha dimostrato. Credeva così tanto in noi che non volevamo deluderlo". Al Barca l'argentino sta a meraviglia, "il mio obiettivo è restare per sempre qui. Vorrei finire la mia carriera nel Barcellona e poi, magari, esaudire il mio sogno di riuscire a giocare in Argentina. Mi piacerebbe che la mia carriera europea si svolgesse tutta in questo club. Io al Real? Non andrò mai a Madrid, ne in altre squadre. Oggi dico che vorrei giocare qua per sempre ma so anche che non si può mai essere certi di quello che succede nella carriera di un calciatore. La mia intenzione in ogni caso è restare qui".

E così anche Massimo Moratti, che lo sogna all'Inter, deve rassegnarsi. "Ringrazio Moratti perché parla sempre molto bene di me e sono molto contento che una persona così importante abbia tanta considerazione di me - commenta - Come ho detto, però, la mia carriera sarà tutta a Barcellona".

Pallone d'oro nel 2009, Messi si è confermato anche nel 2010, un premio che lo stesso giocatore ammette essere arrivato a sorpresa. "Non mi aspettavo di vincere ancora - racconta - Tutti davano Xavi o Iniesta per favoriti e secondo me lo avrebbero meritato perché hanno disputato una stagione fantastica, vincendo anche il Mondiale che ovviamente per questo premio pesa molto. Ero tranquillo, non credevo che avrei vinto e per questo è stata una bella sorpresa, perché è senza dubbio un premio che fa molto piacere".

La conquista del Pallone d'Oro è stato anche un modo per ribadire la sua superiorità sull'altro grande fuoriclasse che milita in Spagna, Cristiano Ronaldo. "Con lui ho un rapporto normale, ci conosciamo, quando lo incontro ci salutiamo e c'è rispetto fra di noi ma nulla di più, non abbiamo un legame speciale come quello che posso avere con i miei compagni, non abbiamo mai approfondito la nostra conoscenza", dice Messi, che invece con Ronaldinho, ai tempi del Barca, aveva "un rapporto fantastico, i suoi consigli sono stati importantissimi, così come quelli di Deco, Silvinho, Motta: tutti mi hanno aiutato tanto, ma loro in modo speciale. Mi tranquillizzavano, erano sempre disponibili e hanno reso molto più facile il mio inserimento fra i professionisti. Li ringrazierò per sempre, perché non era facile riuscire a farsi accettare in uno spogliatoio dove c'erano così tanti campioni. Se ci sono riuscito è soprattutto per merito loro".

E buono era anche il rapporto con Ibrahimovic, che però a Barcellona non è riuscito a imporsi. "Non penso che Ibra abbia fallito qui, con lui abbiamo pur sempre vinto la Liga - aggiunge Messi - Tutti sanno come è andata fra lui e il club: non ha lasciato Barcellona per motivi tecnici, ma per altre situazioni delle quali non m'interessa parlare. Ci intendevamo bene in campo, lui ha segnato tanti gol come ha sempre fatto. Il problema non è sicuramente stato tecnico".
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