Hazard, più che una pepita "E' una miniera intera"

NIZZA, 25 gennaio 2011 - Basta pensare a come si chiama per misurare quanto il ragazzo sia diverso dagli altri. Più che di un calciatore, Eden Hazard sembra il nome d'arte di un giovane attore coniato da un manager che la sa lunga: il paradiso e la via per conquistarlo, ovvero l'azzardo. No, va bene anche per un calciatore, a patto che sia speciale. Eden si sente predire che diventerà un campione da quando era bambino, e negli ultimi due anni il rumore degli amici si è fatto sempre più insistente, finché allo scoperto è uscito addirittura Zidane. "Hazard è il mio erede, vorrei portarlo al Real" ha detto sua maestà, e non c'è stato bisogno di altro per segnarsi il nome. Una volta sentito, poi, non lo scordi più, ed è per questo che ci si è accorti di come, da settembre a oggi, abbia scalato il livello successivo. A vent'anni appena compiuti, Eden non è più uno dei dieci ragazzi sui quali scommettere, ma il miglior talento verde in Europa e, col brasiliano Neymar, nel mondo. E siccome i talenti vincono, il suo Lilla è passato con 4 punti di vantaggio sotto allo striscione del titolo d'inverno: considerato che l'ultimo scudetto è datato 1954, quella che si profila è un' impresa.
Un architetto — Per scoprire le qualità di Hazard siamo andati a vederlo a Nizza, la scorsa settimana, nel match di campionato che il Lilla ha fatto suo con due gol di Gervinho e Sow, entrambi innescati da assist di Eden. È stata un' iniziativa felice, perché siamo usciti dallo stadio ammirati dalla capolista di Ligue 1 - gioca un calcio offensivo e generoso ispirato al Barcellona - e dal suo giovane architetto. Non il leader, perché quello è Rio Mavuba, l'efficace mediano davanti alla difesa che tempo fa venne trattato dalla Juve (e non sarebbe stato un acquisto sbagliato); ma l'architetto sì, perché Hazard ci mette poco a lasciare la posizione di partenza - attaccante esterno nel 4-3-3, indifferentemente a destra o a sinistra - per spostarsi al centro, sulla trequarti. Da lì parte in dribbling, il suo pezzo forte, e il difensore può bloccarlo soltanto se riesce ad arrivargli addosso quando è ancora fermo; se è già partito, non c'è più nulla da fare, almeno a livello di campionato francese, perché il controllo del pallone in movimento è perfetto, e più l'azione scorre veloce meglio Eden si trova. Il gol di Gervinho nasce da un preciso assist diagonale a difesa schierata; quello di Sow è l' apice di un contropiede che Hazard conduce a testa alta, spettacolare dimostrazione di classe. Quando Rudi Garcia, il bravo tecnico del Lilla, lo toglie a 10 minuti dalla fine, i tifosi del Nizza lo applaudono a scena aperta.
Battuta la pigrizia — Hazard è belga di La Louvière, la stessa cittadina mineraria in cui nacque Enzo Scifo, e oggi è l' eroe dei luoghi resi celebri da "Giù al Nord", delizioso film francese che deride i preconcetti geografici, ambientato nei dintorni di Lilla (Bisio ha da poco interpretato il remake italiano "Benvenuti al Sud"). Destro naturale ma dotato di un ottimo sinistro, sino all'anno scorso Eden veniva accusato del classico difetto dei talentuosi: la pigrizia. Da quest' anno però l' aria è cambiata, e lo strepitoso rendimento suo e del Lilla si spiega anche così. "A inizio stagione lo avvisai che non gliene avrei lasciata passare una - spiega Garcia - perché questo doveva essere il suo anno: mi ha capito al volo, e i risultati si vedono. Eden non è soltanto una pepita, è un'intera miniera". Il paragone con Messi che va di moda in Francia, basato su un controllo di palla ad alta velocità, è esagerato; ma a differenza di Leo, Hazard non è un attaccante, lo capisci quando a sviluppare un contropiede è Gervinho e lui, anziché puntare la porta, si allarga per ricevere il passaggio. Un piccolo Zidane, insomma, e del resto l'investitura dell'originale qualcosa vorrà dire.

futuro — Il Lilla proverà a trattenerlo per la Champions, e per fargli inaugurare nel 2012 il nuovo stadio; più del Real, è l'Arsenal di Wenger a lavorare sotto traccia perché l'Emirates diventi il giardino dell'Eden. Lui non esprime preferenze. Anzi, non si esprime proprio, per evitare distrazioni in un anno decisivo. La personalità deve ancora crescere.

gazzetta.it

E' un gioiellino, l'unico che a mio avviso non ci farebbe rimpiangere Sanchez! Infatti è il nome giusto per sostituirlo, qualora l'Udinese punti i piedi con le sue richieste economiche esagerate...

Se Zizou lo consiglia a Real e Juve un motivo ci sarà...