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Calciopoli, ecco il racconto dell’udienza odierna!

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Messaggio Da ModCuoreInter Mer Gen 12, 2011 12:07 am

La Procura di Napoli ha depositato nuovi atti al processo Calciopoli, ricominciato questa mattina con l’udienza caratterizzata dalle dichiarazioni spontanee dell’ex arbitro Massimo De Santis e dell’assistente Enrico Cenniccola. “Su di me è stato scritto un romanzo sul quale spero che si metta la parola fine”, ha detto De Santis respingendo ancora una volta le accuse e lamentando di essere rimasto vittima “di una condanna mediatica. Perché hanno intercettato solo me? Le telefonate sono state tagliate e sezionate senza un quadro generale. E la giustizia sportiva non mi ha permesso di difendermi”. Cennicola ha invece parlato dei regali da parte delle società alla terna arbitrale: “Si parla tanto dei regali delle maglie della Juve, ma il Milan donava anche abbigliamento tecnico e borsone, l’Inter aggiungeva anche un maglione di cachemire”.

Il Tribunale ha accolto la richiesta degli avvocati Paolo Gallinelli per De Santis e Maurilio Prioreschi per Luciano Moggi e ha acquisito la sentenza del giudice di Milano Panasiti sul caso dello spionaggio illegale della Security Telecom e sull’attività di dossieraggio che avrebbe riguardato anche De Santis. “La mia vita è stata scandagliata e sono sicuro che se fosse emerso qualcosa di irregolare la mia carriera si sarebbe fermata allora”, ha affermato l’ex arbitro. Il dibattimento riprenderà fra due settimane.

I pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano hanno messo a disposizione della difesa già dal 30 dicembre

scorso l’attività integrativa d’indagine svolta nei mesi scorsi. Oltre 40 pagine di documenti. Ci sono i verbali delle audizioni di nuovi testimoni fra i quali il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, l’ex presidente del Napoli Giorgio Corbelli, il manager Luca Baraldi e l’ex calciatore del Parma Lorenzo Minotti. È stato depositato anche un nuovo verbale dell’ex arbitro Danilo Nucini, uno dei testi d’accusa contro il quale si è scagliato ieri De Santis: “Mi aveva chiesto di aiutarlo, era alla ricerca di un lavoro”, ha detto. Depositati anche gli esiti di un accertamento condotto dai carabinieri su un’utenza riservata che Nucini, nella nuova audizione, ha riferito di aver ricevuto da Mariano Fabiani, ex dirigente oggi imputato. La scheda è risultata essere stata intestata a un imprenditore settantenne che si è detto completamente all’oscuro della circostanza.

Luca Baraldi è stato sentito invece con riferimento a un episodio accaduto nel 2003, quando ricopriva la carica di amministratore delegato del Parma, scelto dal Enrico Bondi, il manager nominato commissario della Parmalat dopo il crac del gruppo Tanzi. Baraldi ha raccontato di uno scontro con la dirigenza della Juve, all’epoca rappresentata da Moggi e Antonio Giraudo legato alle clausole, pattuite in una scrittura privata siglata dall’ex dg bianconero e l’allora direttore tecnico gialloblu Arrigo Sacchi a margine della cessione in bianconero di Marco Di Vaio, riguardanti in particolar modo l’intesa in base alla quale la Juve avrebbe dovuto rilevare il 50 per cento del calciatore Brighi per un valore di 11 milioni e mezzo di euro.

Baraldi ha riferito di una prima riunione alla quale si recò accompagnato da Minotti. Durante l’incontro, avvenuto alla presenza anche di Roberto Bettega (“ma non aprì proprio bocca”, ha affermato Baraldi) “Giraudo ci disse che volevano onorare l’impegno ma che per fare ciò era necessario che il Parma desse alla Juve un’opzione sull’acquisto dei calciatori Gilardino, Marchionni e se ricordo bene Bresciano”, si legge nel verbale. “Percepimmo le loro richieste come un vero e proprio ricatto”, anche in considerazione delle difficoltà finanziarie del Parma, aggiunge Baraldi, spiegando di non aver accettato la controproposta della Juve e di averne parlato anche con Bondi il quale “anche se amareggiato mi disse che avevo fatto bene e che non avrei dovuto accettare alcun tipo di ricatto”.

Posizione mantenuta dal dirigente anche nel corso di un successivo incontro nella hall dell’hotel Principe di Savoia a Milano. A quel punto, racconta Baraldi, “Giraudo, parlando a voce molto alta, praticamente quasi urlando, alle nostre insistenze e alla manifestazione che avremmo portato in Lega la scrittura privata controfirmata da Moggi e Sacchi ci disse che avrebbero firmato ma che comunque ce l’avrebbe fatta pagare anche facendoci retrocedere in serie B”. Baraldi precisa di non ricordare “le parole esatte urlate da Giraudo, ma sicuramente il senso del discorso era questo”. L’anno dopo, il Parma si salvò dalla retrocessione allo spareggio con il Bologna “dopo aver subito numerosi torti arbitrali”.
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