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Zanetti: “Crisi? Le crisi non sono queste…”

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Messaggio Da ModCuoreInter Gio Set 16, 2010 8:08 pm

Caro capitano, se vincessimo il campionato appena iniziato sarebbe il sesto consecutivo, un record. E poi ci avvicinerebbe alla seconda stella, scrive Virgilio.
"Noi ci proviamo e speriamo di poter raggiungere una vittoria del genere, non sarà facile ma la squadra ha tutto per tentare di raggiungere questo obiettivo".

Scrive Roberto che il 5 maggio 1998 era fuori dal Parco dei Principi, prima della finale contro la Lazio, e Javier Zanetti - emblema del calcio pulito e della signorilità in campo e fuori - venne a battere il 'cinque' a tutti i tifosi presenti.
"Mi ricordo quei momenti, quella vigilia, si respirava l'aria di una grande opportunità, il primo trofeo a livello europeo. Poi al Parco dei Principi l'atmosfera era unica e i tifosi che erano lì vivevano tutto questo insieme a noi, per fortuna abbiamo dato loro una grande soddisfazione".

Stefano chiede che cosa vorrai fare quando un giorno smetterai di giocare.
"Non lo so, per ora penso solo a giocare più che posso e quando arriverà quel momento lì deciderò, con calma e tranquillità, per vedere che cosa in quel momento mi piacerà di più. Sicuramente non farò l'allenatore, non mi vedo, non mi piace".

Luca da Reggio Emilia chiede come funzionano i settori giovanili in Argentina.
"Adesso si sta lavorando tantissimo sul settore giovanile, perché purtroppo le squadre non ce la fanno a comprare tanti giocatori e puntano quindi tantissimo sul settore giovanile e sul fatto di far arrivare questi giovani in prima squadra. E questo sta dando sicuramente tanti risultati importanti. Per noi è una fortuna e sempre compare un giovane promettente che fa carriera".

Daniela chiede che emozione hai provato a riconquistare la Nazionale.
"È stata una sorpresa, una sorpresa che mi piace tantissimo. Sono rientrato in una gara importante, contro i campioni del Mondo, contro la Spagna, ed è andata benissimo perché abbiamo giocato benissimo e abbiamo vinto. Mi hanno anche consegnato una targa, riconoscendo il mio amore per la Nazionale, sono cose che rendono orgoglioso e spero di continuare a poter rendermi utile, alla Nazionale e all'Inter".

Ci scrivono che cosa sta succedendo a Diego Milito, se c'è un 'caso' Milito.
"Partiamo dicendo che non c'è nessun caso Milito, ho parlato con Diego, gli ho detto che deve stare tranquillo, che può capitare di avere un periodo negativo. Non dimentichiamoci che lui ha saltato quasi metà della preparazione e questo magari lo porta ad aver bisogno di un po' più di tempo per tornare in forma. Comunque c'è da stare tranquilli, Diego non si discute".

Giovanni chiede per quale squadra tifa il capitan Zanetti in Argentina.
"L'Independiente, che è vicino al quartiere dove abitavo con i miei genitori".

Chi vince il campionato in Argentina quest'anno?
"Quest'anno è molto equilibrato, io credo o il Velez o l'Estudiantes".

Che tipo è mister Rafa Benitez?
"È una bravissima persona. Come tutti gli allenatori che arrivano ha portato le sue idee, ce le ha fatte capire ma ha anche ascoltato noi. Credo che la cosa più importante sia che noi lo seguiamo e che si cerchi di fare il bene per l'Inter. La sua professionalità non si discute".

Michele ci scrive che secondo lui il segreto di un campione sta anche nell'alimentazione. Ci chiede allora quante volte mangi l'asado e se magari è questa carne alla griglia il tuo segreto.
"(sorride, ndr) Lo mangio due volte alla settimana, a volte una. Ma non c'è un vero e proprio segreto, uno deve essere professionista al cento per cento se vuole giocare ad alti livelli".

Sempre Michele ci chiede: ma Mario Balotelli voleva davvero andar via a tutti i costi?
"Se non avesse voluto andar via sarebbe rimasto".

Erminio ci dice che secondo lui Zanetti è l'erede storico di Armando Picchi e Giacinto Facchetti, il giocatore che esalta i valori più alti e più puri, anche come uomo. Ricorda poi quando hai baciato per la prima volta la maglia dell'Inter, non come - scrive - alcuni che baciano la maglia e poi vanno altrove, come Ibrahimovic.
"Ognuno fa le sue scelte. Ho sempre detto che quando Ibra era qui abbiamo fatto bene come squadra, abbiamo vinto tanto. Poi lui ha voluto andar via per fare un'altra esperienza e va rispettato. Adesso fa parte del Milan, però noi dobbiamo continuare a pensare a noi stessi, sarà poi il campo a dire chi ha ragione".

C'è qualcuno che parla di crisi per l'Inter.
"Speriamo che questa sia la crisi (sorride, ndr): le crisi sono altre. Noi siamo tranquilli, pensiamo solo a migliorare".

Alla prossima di campionato l'Inter incontrerà il Palermo.
"Sarà una partita difficile, anche perché c'è un ambiente caldo. Il Palermo è una squadra molto forte: ho visto la partita con il Brescia, giocano bene, bisogna stare attenti".

Pensate al Mondiale per club ogni tanto?
"Si, ma prima di quell'appuntamento bisogna fare bene in campionato e in Champions, il modo più giusto per arrivare a quell'appuntamento in grande condizione".
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