Sneijder: “Mi piacerebbe chiudere la carriera nell'Inter ho ancora 8 anni di attività. Con Kuyt giocheremmo in 12”

Si può benissimo dire che è il suo anno, ma non dite che è il leader della squadra, questo lui non lo accetterebbe e in ogni caso risponderà che è merito del gruppo coeso. Wesley Sneijder naviga a vele spiegate verso il Pallone d’Oro FIFA, ma prima di ciò vuole vincere con l’Inter i restanti tre titoli, per trasformare l’anno in leggenda, costellato dalla Champions League, per merito suo, di Moratti e Mourinho e anche della moglie Yolanthe che lo ha sposato a Castelnuovo, provincia di Siena, laddove ha vinto il suo primo scudetto italiano. Un anno che non finisce mai di regalare vittorie, si diceva: “E’ stato un anno straordinario in tutti i sensi, le vittorie con l’Inter ed il Mondiale con l’Olanda. Abbiamo fatto un grande lavoro ed in Sudafrica è stata una bella esperienza. Il 2010 è senz’altro il più bell'anno della mia vita”.

Lo scorso anno di questi tempi era ancora a Madrid: “Trattavo con l’Inter ed ero pronto a giungere in Italia, a Milano. Quando arrivai con Yolanthe, vedemmo una Milano vuota, ma dopo pochi allenamenti giocai il derby e da lì in poi è stato tutto più facile perché ho trovato un gruppo forte in cui tutti avevano un obiettivo”: Le sue aspettative all'arrivo in Italia: “Chiaramente il campionato e fare strada in Champions. Ci siamo riusciti”. Il suo segreto sono stati l’allenatore, il presidente, la moglie e lui stesso: “Tutte queste persone. Moratti e Mourinho mi hanno fatto venire qui, mia moglie mi ha sempre sostenuto e mi ha sollevato nei momenti complicati. Grazie a loro siamo giunti a quegli obiettivi”.

La gara chiave dello scorso anno: “La gara con il Barcellona a San Siro, ci ha dato spinta e carica per qualificarci, anche in 10. Le ultime partite erano finali e le abbiamo superate di slancio”. Si possono vincere anche gli altri tre trofei: “Perché no? Abbiamo dimostrato quanto valiamo. C’è stato solo il cambio in panchina, ma abbiamo ancora fame”. Lui non si sente leader dell’Inter: “Tutti i traguardi dello scorso anno sono stati raggiunti perché era una squadra coesa. Grazie alla consapevolezza del nostro collettivo”. L’Inter è quella dello scorso anno, ci vorrebbe qualche innesto? “Questa è materia per la dirigenza. Se comunque arriva un campione possiamo dargli il benvenuto”.

Balotelli è al Manchester City, quanto perde l’Inter? “Sono contento per lui. Giocherà laddove può dimostrare il suo valore. In Italia, nell’ultimo anno, non ha avuto vita facile. Dentro di lui ci sono molte emozioni. E’ uno particolare, cerca di mostrarsi sempre forte ma se lo avvicini gli parli apre il suo cuore. L’Italia e l’Inter gli mancheranno”. Kuyt, è l’uomo giusto: “Se arriva giochiamo in 12. Per la nazionale è fondamentale”. Per quanto riguarda Elia, “può fare bene alla Juventus”. E’ giusto dire che Sneijder è il 10 moderno? “Mi piace partire avanzato e mettere palloni alle punte, ma anche abbassarmi e giocare con i centrocampisti. Non sto mai fermo, amo muovermi”.

Nel suo ruolo sembra Seedorf, oppure il risultato del calcio olandese: “In Olanda questo tipo di giocatore è il numero 10, fa tutto, gioco e difesa. Non esiste in Italia e Spagna”. Coutinho: “Ha grande potenzialità, ma ha solo 18 anni dunque è inulte caricarlo di tanta pressione. Non si può dire che siamo lo stesso tipo di giocatori, ma a quell’età bisogna stare calmi”. I cambiamenti da Mourinho a Benitez: “E’ ancora presto ma non è cambiato molto. A Bari abbiamo giocato con un modulo vicino al 4-4-2, oppure ad un 4-2-4”. E’ vero che Mourinho lo voleva a Madrid: “Io e lui ci sentiamo spesso, ma di un mio ritorno a Madrid, mai parlato. Forse ci andrò in vacanza”. L’Inter in campionato è la favorita: “Certamente”. Le rivali: “Forse Roma e Milan o la Juventus. Si vedrà”. L’obiettivo Champions: “Arrivare in finale e magari vincere”. Il Real di Mou sarà una delle rivali: “Senza dubbio, ma non so se possano vincere la Champions. Più probabile che accada nel 2012. Più o meno come ha fatto con l’Inter”.

Pallone d‘Oro: “Non ci penso, non dipende tutto da me. Devo solo fare bene e se accadrà sarò felicissimo”. La gara di Supercoppa: “La Roma è una squadra che non ha cambiato tanto; mi aspetto una partita durissima. Spero di giocare tutta”. Totti è l’uomo decisivo della Roma: “Una leggenda. Il simbolo della Roma nel mondo. Un campione straordinario”. L’Inter può essere la sua ultima squadra: “Ho 26 anni e almeno altri 8 anni da giocare, quindi perché no?”. Il giocatore italiano che gli piace: “Cannavaro. E’ un esempio in campo e fuori come Zanetti”. Ultima domanda sulla Nazionale italiana: “Mi aspetto che Prandelli recuperi il terreno. La sua Fiorentina era solida e forte e così potrebbe esserlo l’Italia”.

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