Un treno Inter-City: il maxi-scambio è servito

"Non so se resto all'Inter". Ecco le parole di Mario Balotelli, non più tardi di due giorni fa a Milano, quando stava per entrare in aula e affrontare l'esame di maturità. Il centravanti nerazzurro ha parlato ai giornalisti poi del suo rapporto con Roberto Mancini, più un amico che non un tecnico, aprendo di fatto la porta a un suo possibile trasferimento al vituperato Manchester City.
Piccolo passo indietro: i Citizens hanno chiuso già per Jerome Boateng (difensore sinistro della Germania che sta stupendo il mondo) e David Silva (ala sinistra), e sembrano a un passo da Aleksander Kolarov (pure lui a sinistra: chi glielo dice agli arabi che hanno in squadra anche Wayne Bridge - non propriamente un incapace - e bisogna anche spendere per il laziale?), con concorrenza forte del Real Madrid. Insomma, una squadra che può tranquillamente lottare per vincere la Premier League.
Moratti si è già esposto: "40 milioni" è la valutazione per Balotelli, difficilmente qualcosa di meno. E' anche vero che il City ha un giocatore che piace al presidente da tempo immemore, come Carlitos Tevez. L'argentino sta vivendo un mondiale da protagonista dopo una stagione ottima, e entrerebbe benissimo negli ingranaggi dell'attacco nerazzurro, perché è capace di giocare sia sull'esterno, sia dietro la punta, sia da centravanti puro (come ha giocato nell'ultima annata, a seguito dei problemi di Adebayor).
Quindi, scambio servito sull'asse Milano-Manchester: Balotelli per Tevez, e tanti saluti. Bisogna capire se l'abboccamento è reale, oppure l'ennesima sparata dei giornali inglesi, che ultimamente avevano parlato anche di un Mascherano-Cambiasso: irrealizzabile, diciamo noi.

MAGARAAA!!! TEVEZ TUTTA LA VITA!!!

tra i dui, anche se testa di c****, preferisco balotelli

magari.tevez!!

ma Balotelli nn si tocca.

balotelli waKAKA' ingrato

Se Balotelli vuole andare via, per la sua testa e per il suo procuratore, l'INTER cosa fá....?



“Se stringo la mano a un milanista, me la lavo… Se la stringo a uno juventino, mi conto le dita” P. Prisco.