Moratti: " Cerco un allenatore emergente di qualità "

Presidente, suo padre Angelo che cosa le avrebbe detto il giorno
dopo la vittoria della Champions League?
"Mi sarebbe bastata una carezza, non voglio pensare a cosa mi avrebbe
detto".

Se l'aspettava questa vittoria?
"Quando pensi alla Champions League non parti con l'idea 'la vinco
sicuramente', perché essendo una partita secca alla fine tu sai che puoi
arrivare e perdere per una giornata che non ti riesce bene. Tu sai solo
che devi fare il massimo per arrivare in fondo, ma poi ti può andare
male come era andata male gli altri anni, quando alcune volte erano
successe cose antipatiche, sfortunate, giocare con un uomo in meno.
Quest'anno, però, siamo riusciti anche nel momento di sfortuna, come a
Barcellona, a superare tutto. Quindi, non avevo questa previsione, ci
speravo però. Di certo di una cosa ero sicuro, che Mourinho aveva capito
l'anno scorso a Manchester che non avrei accettato facilmente
quest'anno un'eliminazione dalla Champions League in termini simili,
cioè con tutti che mi guardano in faccia come dire 'è successo', che era
la cosa che mi aveva fatto arrabbiare l'anno precedente. Ed ero
sinceramente arrabbiato, non era un calcolo. Mourinho l'ha capito ed è
stato lui a lavorare molto bene all'interno del gruppo perché questo non
succedesse".

Com'è il giorno dopo, quando si è campione d'Europa, quando si è
presidente dell'unica squadra italiana ad aver ottenuto una tripletta?
Come si sente?
"Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina quando leggevo dei
tre titoli pensavo 'beh, l'anno scorso il Barcellona era fantastico
perché aveva vinto i tre titoli, quindi lo siamo anche noi'. Non so,
forse non ho ancora capito esattamente cosa è successo, ma questo capita
perché sei ancora nel clima della fatica che devi fare, fatica da un
punto di vista del tenere tutto insieme per riuscire ad arrivare. Non si
fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione, dallo
svegliarsi al mattino e sapere che hai anche dei doveri per questo.
Ecco, la cosa bella è che stamattina ho pensato 'ma insomma, sarà vero
che è finita?'".

Sembra che anche Diego Milito abbia delle incertezze sul suo futuro.
"Dico solo che c'è una differenza tra Milito e il nostro allenatore,
Mourinho. Che Mourinho ha una clausola per cui, andando incontro a
questa clausola, può andarsene. Milito no, e qui finisce il discorso".

Qual è la chiave di questo gruppo?
"Tutta la squadra e Mourinho in testa hanno capito qual era la formula
più giusta, si sono sentiti sicuri di questa formula, ed è anche così
che si rafforza la personalità. Giocando con una certa fiducia,
rimanendo umili: il bello di questi ragazzi è che sono rimasti umili. Il
pianto di tanti ragazzi ieri sera aveva dietro umiltà, c'era dietro il
fatto che sapevano che questa vittoria arrivava attraverso un
sacrificio, non attraverso il fatto che loro avevano qualità. Attraverso
un grande sacrificio, lo ripeto. E quindi anche il pianto di Mourinho,
in parte era perché va via, ma credo anche per il fatto che sinceramente
ha dato tutto, e allora questa è umiltà, una seria umiltà".

Come ha vissuto questa sorta di addio, quasi annunciato, alla
vigilia proprio della partita più importante? E in che modo il vostro
rapporto è andato avanti in queste settimane che sicuramente sono state
difficili, visto che c'era il rischio che si sfaldasse qualcosa
all'interno del gruppo?
"Io ho pensato che questo rischio non capitasse perché conoscevo,
conosco, la serietà dell'uomo, che si sarebbe impegnato ancora di più
perché non ci fossa un alibi da parte di nessuno, o una colpa da parte
di nessuno. Certo però il tempismo non è stato splendido perché i
giocatori leggono i giornali, come li leggo io del resto. Un dialogo
diretto non c'è mai stato su questa cosa e neanche un tentativo di farmi
capire direttamente questa cosa qua, e quindi è sempre stato fatto
attraverso la comunicazione, e lì stava a me di capire di non entrare
con il pugno duro perché ci tenevo troppo che finisse bene l'annata.
Però, ecco, al di là della stima che tutti abbiamo dimostrato, e
dell'impegno che lui ci ha messo sempre, io credo che lui abbia preso
una decisione, o che lui abbia avuto una tentazione e ci sia entrato a
piedi uniti per il fatto di poter dimostrare personalmente che lui è
bravo dappertutto. Ma questo ad una persona come fai a toglierglielo?
Puoi dare tutti i giudizi che vuoi ma capisci che questa persona è fatta
così. Ci possono essere delle strade magari per cercare di trattenerlo e
si possono percorrere, ma io credo che lui sia più attratto da questa
sfida, da questa avventura. Conoscendolo un pochino, non tantissimo,
credo che sia questa la vera cosa che lo interessa, più forse dei
soldi".

Ci può raccontare un po' meglio come ha lavorato Mourinho
all'interno del gruppo, visto che è stata evidente la crescita in
termini di personalità?
"Io credo che Mourinho dia, abbia dato, forse debbo dire abbia dato, un
esempio costante di grande serietà, di gran lavoro, e questo attacca,
questo fa sì che gli altri ti debbano imitare, uno non può stare
indietro, anche di poco ma non può stare indietro, e questo ha
consentito a lui di dare veramente dei principi attraverso cui il lavoro
riesce, non solo quello calcistico. Grande attenzione, grande
dedizione, grande sacrificio, e poi usare l'intelligenza al meglio.
Insomma, ha fatto crescere i giocatori, li ha fatti essere fieri di
essere più protagonisti, e questo è quello che ti porta ad avere la
personalità necessaria per fare una partita come quella di ieri sera,
una partita in cui per me la differenza vera era la personalità dei
nostri giocatori, di questo gruppo".

Può tracciare il profilo del prossimo allenatore? Perché gli ultimi due,
Roberto Mancini e José Mourinho, anche dal punto di vista del carattere
sono stati molto diversi l'uno dall'altro.
"Sono diversi ma una cosa hanno in comune, il coraggio. Tutti e due
coraggiosi, perché Mancini, lo devo dire, il bello di Mancini era, è, il
coraggio, e il talento, sia come giocatore, sia come persona. E
quest'uomo qui ha talento anche lui e coraggio, assieme a una
professionalità che nasce dal suo modo di lavorare. E il prossimo
allenatore, beh, non puoi certo prendere un'imitazione, la cosa più
sbagliata sarebbe davvero prendere un'imitazione. Sarebbe sbagliata nel
rapporto con me, ma soprattutto nel rapporto con i giocatori. Quindi
devi trovare l'allenatore che tu pensi sappia seguire bene un gruppo,
che abbia una sua forte personalità, che non sia il burattino di
Mourinho, che sia una persona a cui puoi riporre la tua fiducia, perché
prende in mano un gruppo che è forte, non si può neanche rischiare
eccessivamente in questo caso qui. Il patrimonio di un certo tipo lo
lasci in mano a qualcuno che lo sappia investire bene, io credo che sia
quindi necessario trovare una persona di questo livello".

Dal punto di vista dei giocatori si rischia sempre di escludere qualcuno
di fondamentale, ma secondo lei qual è stata la scommessa che avete
vinto?
"Obiettivamente è quella legata allo scambio Ibrahimovic-Eto'o. Eto'o
quest'anno ha dato una dimostrazione di professionalità spaventosa: un
giocatore della sua qualità, del suo status, che si sacrifica nella
finale per far segnare gli altri e lui invece gioca terzino, è un
livello di serietà e di professionalità che va oltre i normale. E poi lo
sentivo anche prima della partita negli spogliatoi, importantissimo,
dava un segno di uno che conosceva la situazione e la sapeva trasmettere
benissimo per rafforzare i compagni. Quindi quello è stato uno scambio -
e lo dico anche con un po' di dispiacere perché io stimo tantissimo
Ibrahimovic che per me è un giocatore che ci ha fatto vincere tanto e
bene - fortunato".

Che cosa ci può dire di capitan Zanetti?
"Sono felicissimo per lui, che poverino, gli è capitato di fare 15 anni
duri con noi, quindi adesso è proprio felice. L'ha detto anche credo,
che ha sofferto tantissimo. Poi lui è un ragazzo molto discreto, non è
invadente, fa il suo lavoro con serietà, si merita questa grandissima
soddisfazione".

E della personalità di Sneijder cosa ci può dire?
"Che lui ha una vivacità impressionante, il Real Madrid ha comprato dei
giocatori importanti però ha perso un pezzo fantastico perché Sneijder
ha tutto il potenziale. È un grandissimo protagonista, ha questa
vivacità in campo, a noi ci ha cambiato molto, ha velocizzato il gioco.
Poi anche se non gioca lui certe partite, l'impronta sua rimane, si è
inserito benissimo. Credo poi che ci fosse il desiderio da parte di
Sneijder stesso di far capire che avessero sbagliato dall'altra parte, e
questo conta molto, è una molla notevole. E poi è capitato in mani
buone, in mani buone di Mourinho e dei compagni, è stato accolto molto
bene, e quindi essendo un professionista serio è riuscito a dare il
meglio. Bravo Marco Branca devo dire, che mi aveva segnalato Sneijder
come un giocatore fondamentale per noi assieme a Mourinho".

Di fronte a una scelta tra un allenatore molto esperto, con un
curriculum pesante, e un allenatore invece emergente che ha una visione
nuova del calcio, cosa preferirebbe?
"Sono più attratto, sarei più attratto, dall'emergente di qualità, ma
bisogna trovare l'emergente che abbia idee nuove e quindi magari ti va
bene anche qualcuno, anzi benissimo, qualcuno che sappia attraverso
l'esperienza mantenere questo gruppo in termini positivi".

Lei ha mai pensato a un ritorno di Roberto Mancini?
"Ci pensavo stamattina, che l'unico al quale non ho pensato per il fatto
che ci siamo già incontrati è lui, un nostro pezzo di vita. No, penso
che per lui non sia percorribile, penso che si sia trovato bene in
Inghilterra, che gli piaccia vivere in Inghilterra, e quindi riportarlo
in queste difficoltà qui sarebbe un dispetto".

Ieri al Bernabeu c'era anche Sinisa Mijahilovic.
"Certamente Mihajlovic ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato
dai giocatori, è amico dei giocatori, quindi c'è tutta la stima
dell'uomo anche, perché poi con lui ho mantenuto un rapporto molto
buono, però questo non vuol dire che debba essere una scelta quella di
Mihajlovic anche se per simpatia e per stima mi piacerebbe farla, però
sinceramente non ho ancora deciso in questo senso".

Nel corso di questa stagione c'è stato anche un avvicinamento
con Roberto Baggio.
"Baggio sarebbe un allenatore eccezionale, credo che non abbia ancora
costruito la usa carriera da allenatore però. È un uomo intelligente, io
ho un rapporto bellissimo con lui, leale, però non credo che la sua
mira sia quella di fare l'allenatore adesso. Credo che gli piacerebbe
entrare nella società e rendersi utile a livello calcistico, ma non come
allenatore, non lo so".

Esteban Cambiasso ieri ha indossato la maglia di Giacinto Facchetti.
"L'avevo già vista, l'aveva già indossata. Lui ci teneva moltissimo, era
molto affezionato a Facchetti. Cambiasso è un ragazzo coraggioso, ha
fatto questa cosa con il coraggio dell'affetto. Cambiasso è uno che
diventerà un grande allenatore se vorrà fare l'allenatore, ha molta
serietà, molta intelligenza. Anche questa cosa della maglia è un segno
di intelligenza, di attenzione".

Che Inter vedremo nelle prossime stagioni?
"Bisogna avere certamente la concretezza, il realismo, di capire che
questa è una strada da continuare con l'attenzione anche di capire i
tempi, che non sono certamente gli anni 60, piuttosto che 6-7 anni fa
quando il mondo sembrava si arricchisse dieci volte tanto di quello che
era la vera situazione. Bisogna fare molta attenzione a quella che è la
situazione economica internazionale e nello stesso tempo però mantenere
dignitosamente la parte che purtroppo è la parte più importante per
vincere. Il giochetto non è facile".

C'è una persona all'interno della società per cui le vittorie
dell'Inter, a parte la sua famiglia, sono davvero speciali?
"Devo dire sinceramente che penso spesso alla mia famiglia, ma in
generale le gioie dell'Inter le devo suddividere in tante persone, al di
là dei giocatori e dell'allenatore. Mi fa molto piacere quando prima
citavo Branca e lo cito ancora, perché lui ha molta discrezione, non si
fa molto notare, ma questi successi sul mercato sono dovuti alla sua
attenzione e al suo conoscere me, cioè al sapere che deve tenere aperte
tante strade e poi a un certo punto si arriva, questa è una grande
capacità di saper collaborare con chi deve decidere. Poi devo dire che
stimo tutte le persone che mi stanno intorno e sono loro molto grato. È
dedicata a loro questa vittoria".

Possiamo dire che dopo Milano la seconda città nel cuore del
presidente è Madrid?
"Certamente".

Bravo quando parla di Branca

SINISA merita la panchina perche' ha una mentalita' da INTER ed è INTERISTA. In piu' ha la stima di tantissimi del gruppo.

Moratti ogni parola che dice, ogni concetto che esprime è sempre un SIGNORE INCREDIBILE.

GRAZIE DI ESISTERE UNICO PRESIDENTE!

No sinisa sarebbe un clamoroso sbaglio, il vero successore di josè e a quanto pare sarà cosi, almeno fino ad ora, e Guus Hiddink allenatore pragmatico molto bravo e sapiente stile Ancelotti, ieri sera ho visto un'amichevole Turchia (allenata da lui)- Republica Ceca al 59° erano sul 2 a 0 e giocavano in una maniera fantastica i turchi, giravano la palla a un passaggio colpo di tacco cross tutto con la massima precisione e velocità in 4 passaggi sono andati in porta con una facilità imbarazzante e stiamo parlando della Turchia non dell'Inter o Brasile!

con.sinisa.facciamo.otto.passi.indietro.x.l'appeal...serve.un.allenatore.bravo.ed.
esperiente...il.massimo.sarebbe.hiddink.o.capello!!

a me pè piaciuto quando ha parlato di baggio... dicendo che vorrebbe avere un ruolo nella dirigenza...

non vedo l'ora che baggio faccia parte della dirigneza dell'inter!